Missione Possibile Svizzera è nata da un’esperienza che mi ha cambiato la vita.

Tutto è iniziato nel febbraio 2008, durante un viaggio umanitario e missionario in Cambogia e Laos. L’idea di partire era nata quasi un anno prima, grazie all’incontro con Gerry Testori, durante una presentazione di Missione Possibile Onlus, Italia. Le sue parole e le immagini di quel video – che mostrava progetti umanitari concreti e di grande impatto – mi toccarono profondamente. Dopo alcuni mesi, decisi di unirmi a uno dei loro viaggi organizzati.

Quel viaggio di due settimane fu un’esperienza intensa. Nei primi giorni ho provato una grande gioia nel vedere il bene che si poteva fare. Ma presto la realtà si è fatta più dura. In alcune zone della Cambogia, centinaia di persone vivono in mezzo ai rifiuti, in condizioni igieniche estreme. Bambini che giocano, mangiano e dormono nella spazzatura, respirando fumi tossici, circondati da adulti segnati da una vita troppo pesante. Un quadro devastante, accettato per rassegnazione, in un contesto dove la povertà è parte della cultura, e dove spesso le donne non hanno voce, né diritti. La prostituzione minorile e le malattie come l’AIDS distruggono intere famiglie.

Pensavo che non potesse esserci nulla di peggio. Ma quando siamo arrivati nelle zone più isolate e montuose del nord del Laos, mi sono trovata di fronte a realtà ancora più sconvolgenti. In villaggi dimenticati, dove anche il minimo presidio sanitario è assente, la sofferenza è tale che persino il personale medico al mio fianco è scoppiato in lacrime. Ricordo una donna che, con gli occhi pieni di speranza, mi mise in braccio una bambina cieca, con la pelle segnata dalla malattia, chiedendomi aiuto. E io, impotente, non potevo far nulla. Solo giorni prima, in Cambogia, eravamo riusciti a offrire un po’ di cibo, vestiti e costruire qualcosa. Ma lì, nel nord del Laos, non avevamo più nulla da dare. Un senso di impotenza lacerante.

Eppure, anche quella piccola goccia che avevamo portato con noi è servita. È importante ricordarlo: anche una goccia può fare la differenza, può salvare una vita.

Al mio rientro in Ticino, ho condiviso tutto questo con un gruppo di amici. Insieme, animati da uno spirito di solidarietà e dal desiderio di fare qualcosa di concreto, abbiamo dato vita a Missione Possibile Svizzera. Era il 2008. Da allora ci siamo dedicati a pochi progetti, ma ben strutturati, reali, sostenibili: la sanità, con la “Clinica Mobile” in Cambogia, e l’istruzione, con il progetto “Scuola Takeo”, nello stesso Paese.

Oggi lavoriamo in stretta collaborazione anche con altre ONG internazionali, mantenendo però sempre la nostra indipendenza. Queste alleanze strategiche ci permettono di ottimizzare le risorse, evitando sprechi, e massimizzando l’efficacia degli aiuti.

Abbiamo inoltre ampliato il nostro impegno investendo nell’empowerment femminile e familiare, accompagnando donne, uomini e interi nuclei familiari in percorsi concreti verso l’autonomia economica. Attraverso iniziative di microfinanza sociale, offriamo la possibilità di avviare piccole attività generatrici di reddito, creando opportunità sostenibili che migliorano in modo tangibile la qualità della vita.

Siamo infine attivi nel sostegno diretto alle comunità più vulnerabili, spesso prive di infrastrutture essenziali, attraverso la realizzazione di pozzi che garantiscono l’accesso all’acqua potabile – un diritto primario e indispensabile per la salute, la dignità e lo sviluppo –.

Sappiamo di non poter aiutare tutti, ma possiamo fare la differenza per qualcuno, anche solo per un’ora, anche solo per un giorno. Ogni gesto concreto può dare speranza a chi non ne ha più.

È con questo spirito che ci rivolgiamo a voi.
Unitevi a noi per costruire insieme un messaggio vivo di speranza, amore e solidarietà.

Stefano Baiesi
Vicepresidente – Missione Possibile Svizzera