Giovedì-venerdì 21-22 luglio 2011

È iniziata un’altra avventura in Cambogia!!! Ma questa volta non è il classico viaggio che si svolge a febbraio o agosto. Siamo in cinque (Anna, Matilde e io dal Ticino e Monica e Matteo dall’Italia) e siamo venuti per svolgere delle attività più specifiche. Le ragazze seguiranno la clinica mobile con un progetto sull’igiene che porteranno anche alla scuola di Takeo. Noi uomini invece saremo sempre alla scuola dove insegneremo ai bambini a realizzare un giornalino scolastico.

Il viaggio è stato molto lungo e solo i più fortunati sono riusciti a dormire; io non ho mai chiuso occhio. Arrivati a Phnom Penh, complice anche il clima caldo-umido, siamo praticamente allo stremo. Dopo il pranzo e un po’ di meritato riposo andiamo all’ufficio di Missione Possibile dove con Francesca e Sara (le nostre corrispondenti locali) organizziamo i lavori delle prossime settimane. Per quanto riguarda il giornalino ci rendiamo subito conto che dovremo ridimensionare quanto avevamo programmato. Visot sarà il nostro braccio destro per l’organizzazione e la traduzione e spiegando il tutto a lui riusciamo già a individuare alcuni problemi. Il principale dei quali è l’impossibilità da parte dei bambini di scrivere i loro articoli al computer perché, a causa della complessità della lingua cambogiana e non avendo mai toccato un computer, ciò risulta estremamente complicato e lungo da imparare. Dovremo quindi fare alla “moda vecchia”: carta, penna e colla. Comunque vedremo giorno per giorno come si svolgerà e adatteremo il programma alle circostanze. Parola d’ordine: flessibilità…

La serata si termina abbastanza presto perché siamo tutti molto stanchi.

Sabato 23 luglio 2011

Dopo una notte insonne (almeno la mia) ci apprestiamo a passare la prima giornata a Phnom Penh. Il weekend è libero in quanto sia l’attività alla clinica mobile sia alla scuola inizieranno lunedì. Il primo lavoro della giornata è di procurarci in cartoleria il necessario per preparare il materiale che ci aiuterà nell’insegnamento. In seguito andiamo in tuk tuk (il taxi cambogiano) al Central Market. Qui ci lasciamo andare ad acquisti folli… In realtà ci procuriamo i prodotti che poi venderemo durante i nostri mercatini (soprattutto natalizi). Specialmente Anna e Monica sono lanciatissime… nel contrattare sono veramente insuperabili. Usciamo dal mercato carichi di sacchetti e torniamo in albergo a depositarli ma usciamo subito per spostarci al Riverside, il lungofiume. Pranzo all’FCC e piccolo giro in zona con altri acquisti. Riusciamo anche a trovare il ristorante di un fisioterapista che lavorava a Taverne e che si è trasferito a Phnom Penh. Troviamo solo suo fratello perché lui si trova al mare. Passeremo a trovarlo un’altra volta. Dopo cena ci concediamo un fine serata all’FCC con tanto di musica latinoamericana…

Come già due anni fa la povertà è molto presente. Spesso si avvicinano bambini o adulti a chiedere qualcosa o a cercare di vendere qualche braccialetto per racimolare pochi soldi per poter sopravvivere. La città in generale è molto cambiata rispetto a quando ci sono venuto la prima volta. Il traffico è decisamente aumentato, ma i bordi delle strade sono diventati più puliti (perlomeno nelle zone più frequentate). Ci sono molti più macchinoni costosi e sono spuntati come funghi negozi di lusso. Crea uno strano contrasto la presenza di questi negozi vicino a botteghe sporche e trasandate.

Domenica 24 luglio 2011

Visto che settimana prossima la sveglia sarà sempre all’alba, questa mattina ne approfittiamo per dormire un po’ di più. Dopo colazione prepariamo i cartelloni che utilizzeremo sia alla clinica mobile sia alla scuola. In seguito ci trasferiamo al Russian Market per completare gli acquisti di materiale per i mercatini. Il tempo vola e senza che nemmeno ce ne accorgiamo sono già le 16. Giusto il tempo per mangiare qualcosa in zona e rientrare in albergo. A cena andiamo in un ristorante vietnamita con Francesca e il suo assistente cambogiano Samrach con la ragazza. Per quanto riguarda i pasti è sempre difficile scegliere perché le possibilità sono essenzialmente due: o si scelgono sempre gli stessi due o tre piatti “sicuri” oppure si può andare su qualcosa di più “esotico” col rischio però di trovare qualcosa di immangiabile. Può facilmente succedere di trovare delle erbe o spezie particolari che per il palato cambogiano sono sicuramente molto buone ma al nostro gusto possono risultare addirittura disgustose.

Lunedì 25 luglio 2011

Sveglia alle 6 per il primo giorno di lavoro alla scuola e alla clinica mobile. Io e Matteo andiamo alla fermata dei bus di linea dove incontriamo il Visot. Il viaggio è abbastanza traumatico a causa della differenza di temperatura tra l’esterno (una trentina di gradi con umidità molto elevata) e l’interno con aria condizionata al massimo (probabilmente una quindicina di gradi). Un’ora e mezza di ghiaccio. Io almeno ho potuto contare su una k-way che ho portato in caso di pioggia, Matteo ha invece sopportato stoicamente. Ma fortunatamente (!?!?!) ad allietarci c’era il karaoke in cambogiano… Arrivati alla scuola di Takeo andiamo a salutare il direttore e conosciamo Vibol, il maestro di computer che ci farà da traduttore durante le lezioni. Avremo due lezioni ogni giorno di due ore ciascuna, una prima di pranzo e una subito dopo. Non essendo noi degli insegnanti abbiamo qualche difficoltà ad ingranare soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione. Ma ci rendiamo presto conto che è molto difficile insegnare ai bambini cambogiani. Bisogna pensare che quello che per noi è semplice per loro è già molto difficile. Si devono spiegare i concetti nella maniera più elementare possibile e ripeterli più volte. Non riescono ad assimilare facilmente nuove nozioni come lo farebbero i nostri bambini, se poi si aggiunge il fatto che sono abbastanza intimiditi, è veramente difficile. Il miglior sistema per insegnare loro è facendo dei giochi. In quel caso partecipano attivamente e ci facciamo tutti delle grandi risate. Cerchiamo quindi di coinvolgerli attivamente il più possibile.

A pranzo ci spostiamo in moto in un villaggio vicino lungo la strada principale. Il riso bianco non può mai mancare, con verdure o lok lak. Dopo l’esperienza del mattino la lezione del pomeriggio va decisamente molto meglio e riusciamo a coinvolgere di più i bambini.

Per il rientro in città si presentano due opzioni: riprendere il bus di linea del mattino oppure un “taxi” collettivo. Visto il freddo patito all’andata decidiamo di provare il taxi, anche perché parte un po’ prima. L’avessimo mai fatto!!! Si tratta di piccoli furgoncini per 7-8 persone e dopo poche fermate arriviamo a 23 passeggeri (più 2 aggrappati dietro)… Fa un’infinità di fermate e abbiamo anche dovuto fare un cambio. Ma l’opera non è finita: arrivati in città dobbiamo prendere un tuk tuk per raggiungere l’albergo. Non poteva che sbagliare strada… In compenso, per riprenderci tutti dalla giornata pesante, andiamo tutti a rilassarci con dei massaggi.

Martedì 26 luglio 2011

La seconda giornata alla Scuola di Takeo è molto più movimentata. Anche perché adesso i bambini cominciano a conoscerci e hanno più confidenza. Dopo un primo ripasso di quanto abbiamo visto ieri sul giornale (devo dire con un successo davvero inaspettato…) continuiamo con dei giochi divertenti come trovare delle foto oppure dei titoli particolari all’interno dei giornali. Un altro gioco è composto da una sessantina di piccole tessere con immagini varie che i bambini devono cercare di raggruppare per tema (animali, alimenti, persone, ecc.). Anche qui noi avevamo previsto qualcosa di molto semplice invece, a causa di un malinteso con i nostri interpreti, abbiamo potuto constatare quanto sono stati bravi a risolvere questo “memory” in una maniera più difficile. Giochi divertenti che li hanno molto coinvolti e abbiamo fatto un sacco di risate. Dopo di questo abbiamo iniziato a far loro scrivere qualche piccola frase legata a un’immagine scelta da noi. Nel frattempo a causa di alcuni fraintendimenti dovuti alla lingua la direzione di quello che avevamo intenzione di fare è leggermente cambiata, ma fortunatamente in meglio. Adesso dovremo solo decidere come proseguire.

Il viaggio di rientro di oggi è decisamente migliore di quello di ieri. Riusciamo a prendere un autobus confortevole e che non ha l’aria condizionata al massimo. Prima di cena ci incontriamo con Francesca per fare il punto della situazione poi andiamo tutti assieme in un ristorante al Riverside. Non essendo un grandissimo estimatore della cucina esotica in generale e rimanendo spesso deluso da quella cambogiana, stasera mi concedo qualcosa di più europeo: cordon bleu con puré di patate. E per finire puntatina all’FCC con partita a biliardo.

Mercoledì 27 luglio 2011

Oggi la sveglia è un po’ più tardi perché andiamo con tutto il gruppo alla scuola con il nostro furgoncino. Ci accompagnano anche Francesca, Samrach e Chanda, l’assistente di Francesca. Le ragazze seguono la clinica mobile solo lunedì e martedì e il resto della settimana vengono con noi alla scuola per insegnare ai bambini le regole base dell’igiene del corpo e della casa come hanno già fatto nei villaggi visitati dalla clinica.

Per quanto riguarda il giornalino scolastico, proseguiamo con l’esercizio iniziato ieri. Dopo aver scritto individualmente delle singole frasi legate a un’immagine, abbiamo detto ai bambini di lavorare in gruppo per creare un testo unico con delle frasi che siano legate fra di loro. Il risultato è stato a dir poco sorprendente, ci sono riusciti meglio di quanto potessimo immaginare. Bisogna dire che Visot e Vibol, i nostri due aiutanti/traduttori, sono molto bravi ad insegnare. Riescono a coinvolgere molto i bambini facendo loro delle domande, facendoli giocare e ridere. Per quanto mi riguarda mi rendo conto che l’insegnamento non è proprio il mio mestiere, indipendentemente dal problema della lingua. Si fa sentire il fatto che non ho nessuna conoscenza per quanto riguarda i metodi didattici di insegnamento. Però va bene comunque perché qualsiasi cosa riusciamo a fargli fare per loro è un notevole passo avanti. Abbiamo infatti scoperto che loro non hanno mai scritto un tema, tuttalpiù hanno fatto qualche dettato. La cultura cambogiana si basa infatti sulla trasmissione orale delle tradizioni. Lo scrivere può quindi permettere loro di aprire notevolmente la loro mente.

La giornata termina con la cena in un bel ristorante proprio di fronte all’albergo che propone anche un piccolo spettacolo di musica e danze cambogiane.

Giovedì 28 luglio 2011

Oggi decidiamo, assieme ai bambini e ai docenti, quali saranno i tempi sviluppati nel giornalino scolastico e assegniamo a ogni gruppo uno di questi argomenti. Tratteranno la scuola in generale, la biblioteca, la sala computer, la nuova fabbrica che sorgerà dall’altro lato della strada, l’elettricità giunta da poco nel villaggio, l’agricoltura, gli animali e l’alimentazione. Lo scopo di questo giornalino sarà di informare sia tutti gli allievi della scuola sia le loro famiglie nei propri villaggi. In seguito spieghiamo loro da quali elementi è formato un articolo e diamo loro qualche informazione di base su come si scrive un testo. Ora dovrebbero aver appreso tutte nozioni necessarie alla realizzazione di un piccolo articolo. Domani dovremo quindi poter iniziare a scrivere qualcosa; vedremo cosa succederà… L’impressione finora è comunque positiva. I bambini hanno imparato meglio di quanto ci eravamo immaginati.

Oggi la temperatura era particolarmente alta. All’interno delle piccole aule grondavamo di sudore. Fortunatamente porte e finestre sono sempre spalancate e la corrente d’aria mantiene comunque l’ambiente vivibile. Generalmente al mattino non è così tanto caldo anche perché di solito è nuvoloso. Poi, nel pomeriggio quando arriva il sole, la temperatura si alza notevolmente.

Il menu a pranzo è sempre lo stesso anche perché si tratta di un “ristorantino” molto alla buona lungo la strada e non è il caso di rischiare. A cena invece andiamo in Riverside al ristorante di Dick, il fisioterapista di Taverne trasferitosi a qui a Phnom Penh, dove eravamo già stati qualche giorno fa. Ci fermiamo fino a tardi chiacchierando con lui.

Venerdì 29 luglio 2011

Oggi alla scuola inizia il lavoro più duro: cominciare a raccogliere le idee per scrivere gli articoli del giornalino. L’impresa si rivela alquanto difficile. Per ogni gruppo chiediamo a tutta la classe di dire qualsiasi cosa venga loro in mente legata a quell’argomento. Se pensiamo al tema degli animali ai nostri bambini verrebbero in mente una miriade di idee legate ad esempio a dove vivono, al loro comportamento, a quelli domestici oppure selvatici, alla carne che mangiamo, ecc. I cambogiani invece, sia bambini che adulti, hanno una visione molto limitata. È infatti successo che un bambino ha iniziato dicendo il nome di un animale e tutti gli altri di seguito a fare un semplice elenco di bestie. Ma quello che più fa pensare è che nemmeno l’insegnante che faceva da interprete abbia avuto l’“intuizione” di spaziare verso altri ragionamenti. Abbiamo quindi deciso di preparare, durante il weekend, una serie di domande con le quali indirizzare il loro ragionamento in un senso ben preciso. In questo modo, rispondendo sistematicamente a questi interrogativi, l’articolo dovrebbe formarsi da sé (almeno speriamo…).

Sabato 30 luglio 2011

La stanchezza dopo la prima settimana di lavoro si fa sentire quindi oggi ce la prendiamo comoda iniziando col fare colazione un po’ tardi. In seguito facciamo un giro al Central Market e al centro commerciale Sorya. Bisogna dire che rispetto a tre anni fa è tutto molto cambiato. Un paio di mesi fa è stata inaugurata la ristrutturazione del Central Market. Ora è tutto molto più pulito e ordinato. Nella zona “alimentari”, dove prima bisognava trattenere il respiro a causa degli odori nauseabondi, adesso si può respirare tranquillamente. Anche il Sorya è diventato decisamente più pulito e accogliente.

Il tempo non è dei migliori, ogni tanto piove un po’. Però almeno non è molto caldo. Visto il clima non favorevole a girare per la città Anna e Matilde decidono di andare a fare delle foto in abiti e acconciature tipicamente cambogiani. Io e Monica le seguiamo. Con trucco, messa in piega, vestizione e ingioiellamento sono veramente fantastiche. Il tutto è estremanete kitsch ma molto scenografico. Risate a crepapelle… Speriamo che abbiamo il coraggio di pubblicarle su Facebook. C’è stato un unico problema: al momento del pagamento non volevano accettare un biglietto da 100 dollari. Non abbiamo capito se fosse perché non avevano il resto o perché non era in perfetto stato. Cose strane…

Cena al Riverside. Assistiamo purtroppo a scene molto tristi. In questa zona girano spesso bambini che vendono libri o chiedono l’elemosina. Allora abbiamo dato a uno di loro qualcosa da mangiare. Abbiamo poi visto che il presunto padre si è preso il cibo e li ha rimandati a “lavorare”. Girano anche molti spacciatori. Zona molto turistica ma non molto bella di sera.

Domenica 31 luglio 2011

Su consiglio di Dick decidiamo di fare un’escursione a Silk Island dove vengono prodotte le stoffe di seta. Si tratta di una penisola e per raggiungerla in tuk tuk dobbiamo prima attraversare un ponte sul fiume Tonle Sap e poi prendere un traghetto che ci porta dall’altro lato del Mekong. È una zona molto poco turistica e quindi non particolarmente bella da visitare. Ciò che la rende interessante sono i telai per la tessitura che si trovano in quasi ogni casa. Ogni famiglia produce le proprie stoffe che vengono poi vendute direttamente oppure portate nei mercati. C’è una ragazza che ci segue per tutto il giro che facciamo a piedi, portandosi dietro i prodotti che vuole vendere. Seguiamo la strada che ci porta fino ad una pagoda poi torniamo per la stessa via.

Rientrati in città pranziamo in zona Riverside, poi facciamo un camminata in zona. Troviamo un negozio che, a causa di un trasloco, svende bellissimi prodotti a metà prezzo. L’abbiamo praticamente svaligiato… Poi attraversiamo un mercato affollatissimo frequentato solo da cambogiani, visitiamo un’altra pagoda e anche qualche altro negozio… Senza che ce ne accorgiamo è già ora di rientrare perché abbiamo appuntamento con Francesca per la cena.

E la giornata non è ancora finita: dobbiamo preparare il lavoro di domani alla scuola. Avrebbe dovuto essere una giornata di riposo, invece è stata pienissima, tant’è vero che non sono nemmeno riuscito a scrivere il diario.

Lunedì 1° agosto 2011

Natale della Patria. Per l’occasione mi sembrava doveroso indossare una maglietta rossocrociata…

Comincia la seconda settimana alla scuola di Takeo. Oggi i bambini iniziano veramente a scrivere i loro articoli. Per facilitare il compito abbiamo preparato delle domande per ogni argomento è stato loro assegnato, alle quali dovranno rispondere. Si tratterà poi di unire queste risposte per comporre un testo che sia legato e abbia un inizio e una fine. Durante la prima mezz’ora facciamo tradurre le domande in khmer dagli insegnati. Poi lasciamo ai bambini il tempo per rispondere. Infine dobbiamo controllare le risposte per ogni gruppo. Ci rendiamo infatti subito conto che ad alcune domande non riescono a rispondere e ad altre danno risposte talmente schematiche che poi diventerà difficile creare un testo. E anche qui ci rendiamo conto che gli insegnanti non riescono oppure fanno fatica ad aiutarli in questo senso.

Nel frattempo, giorno dopo giorno, cominciamo a conoscere meglio i bambini. Naturalmente soprattutto quelli delle due classi che seguiamo. C’è sempre più confidenza e ci fanno addirittura dei regalini. Questa mattina ci hanno offerto delle caramelle, ma poi ci portano spesso delle specie di “fagiolini” che in realtà sono molto amari e quindi non li mangiamo, ma ci fa piacere riceverli. Al mattino quando entriamo in classe ci salutano tutti in coro dicendo “good morning, mister teacher”. Poi aspettano che gli diciamo di sedersi e loro ringraziano di nuovo in coro “thank you”.

Martedì 2 agosto 2011

Oggi passiamo al vaglio tutte le risposte che i bambini hanno scritto. Ci accorgiamo infatti che alcune non le hanno capite e ad altre hanno dato risposte talmente schematiche da risultare inutilizzabili per la stesura di un articolo. Quindi li aiutiamo a sviluppare qualche argomento e aggiungiamo qualche domanda per rendere il tutto un po’ più completo. Gli insegnanti non ci danno un grande aiuto in questo senso. Nemmeno loro hanno l’elasticità mentale per uscire dalla via tracciata da noi. Man mano che abbiamo controllato le risposte, ogni gruppo inizia a scrivere l’articolo vero e proprio collegando le frasi e seguendo un senso logico. La giornata passa così, in questo modo ci sposteremo nella sala computer per l’impaginazione con la classe intera.

Le due classi che svolgono questo progetto sono delle quarte elementari. Si è voluto prendere dei bambini così piccoli perché così faranno regolarmente dei giornalini per diversi anni. Non si volevano infatti prendere quelli più grandi (e quindi anche più maturi e probabilmente più pronti per un lavoro di questo tipo) per evitare che lo facessero poche volte prima di finire la scuola. La mia impressione è che forse sono un po’ troppo piccoli. Per questo primo numero li abbiamo aiutati molto, ma per i prossimi ho l’impressione che sarà dura per loro e anche per i maestri. Comunque prima di tirare conclusioni bisognerà vedere come sarà il risultato, anche perché noi sappiamo in grandi linee quali sono i contenuti ma i testi finali (essendo in cambogiano) noi non li possiamo giudicare.

Mercoledì 3 agosto 2011

Fino a venerdì, come settimana scorsa, saremo con tutto il gruppo alla scuola. Le ragazze continuano il progetto legato all’igiene facendo un ripasso sulla pulizia del corpo. In seguito, con le varie classi a turno, ripuliscono il cortile della scuola e il piazzale antistante il cancello d’entrata da una marea di immondizia. Già il giorno in cui siamo arrivati mi aveva colpito molto la sporcizia generale del villaggio e in particolare all’interno della scuola. Davanti a ogni classe c’è un cestino per i rifiuti ma sono piccoli e appena sono pieni tutti buttano le cartacce dove capita. Decidiamo quindi di comperare dei bidoni più grandi e bisognerà anche fare una lezione agli insegnanti perché sono proprio loro i primi a non dare il buon esempio. Comperiamo anche un kit per il pronto soccorso in quanto oggi un bambino si è ferito alla testa e, non avendo un disinfettante, hanno utilizzato un prodotto che viene normalmente usato per pulire i pennelli sporchi di pittura…

Per quanto riguarda il giornalino ci stiamo avviando verso la fine. Rimane un solo gruppo che deve finire di scrivere, poi usciamo per fare alcune fotografie da integrare al testo. Nel pomeriggio ci spostiamo nella sala computer dove, grazie all’aiuto di ragazzi più grandi che compongono il testo, iniziamo l’impaginazione degli articoli. Scrivere in cambogiano al computer è molto difficile. Ogni tasto ha tre segni e la tastiera riporta solo i caratteri latini, quindi per poter scrivere bisogna sapere a memoria la posizione di ognuno dei circa 90 segni della lingua khmer. Per i nostri bambini, che non hanno mai toccato un computer, è quindi impossibile. In seguito noi mostriamo loro come inserire le foto e rendere il tutto più bello.

Tasto dolente della giornata: il clima. Oggi il caldo è veramente soffocante. La giornata più pesante fino ad ora. Il sole era molto forte e inoltre, avendo piovuto al mattino, l’umidità era elevatissima. Torniamo in albergo stanchi e conci da buttare… In compenso oggi è il compleanno di Anna quindi ci facciamo una bella cena con tanto di aperitivo in un ristorante greco vicino all’albergo. Molto buono.

Giovedì 4 agosto 2011

Dopo una notte insonne per problemi intestinali, inizia un’altra giornata caldissima, quasi insopportabile… Il giornalino giunge alla fine anche per la seconda classe. Facciamo l’impaginazione degli ultimi gruppi e la foto di tutta la scuola per la prima pagina. Arrivati all’ufficio di Missione Possibile ne stampiamo una copia, poi lo facciamo fotocopiare. Ne facciamo solo 15 esemplari per mostrarlo in anteprima alla scuola, poi ne verranno stampate diverse centinaia per tutti i bambini, per la gente del villaggio e per quanti arrivano a visitare la scuola.

Non so più cosa scrivere anche perché non sto ancora benissimo e ho un gran sonno. Forse domani sarò più ispirato…

Venerdì 5 agosto 2011

Non sto ancora bene ma per l’ultimo giorno non posso non andare alla scuola. È una giornata tranquilla perché il giornalino è finito. Cominciamo col far vedere e leggere ai bambini il risultato stampato del loro lavoro. Poi facciamo un ripasso di quanto abbiamo fatto durante queste due settimane. Le ragazze continuano la raccolta di spazzatura. A mezzogiorno andiamo a pranzo con tutti gli insegnanti e nel pomeriggio facciamo una partita di calcio con tutta la scuola per finire in bellezza. Nel frattempo i bambini se ne sono già andati quasi tutti a casa e forse è meglio così per chi è sensibile ai saluti…

Prima di cena ci incontriamo con Francesca per fare il punto su queste due settimane di lavoro. Tutto è andato bene, gli obiettivi previsti sono stati raggiunti. Il giornalino è venuto bene e il progetto sull’igiene è stato portato sia con la clinica mobile sia alla nostra scuola. Soprattutto alla scuola ha avuto un ottimo risultato. Bisognerà vedere se questi risultati verranno mantenuti nel tempo.

Qui di seguito trovate il giornalino realizzato dai bambini delle quarte elementari della scuola di Takeo di Missione Possibile.

Sabato 6 agosto 2011

Ultimo giorno in Cambogia, almeno per me. I miei compagni di viaggio, infatti, rimarranno ancora due settimane. Prima qui in Cambogia (andranno anche ai templi di Angkor Wat) poi in Vietnam. Mi dispiace lasciare la compagnia perché mi sono trovato molto bene. Ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo fatto un bel lavoro tutti assieme. D’altra parte però, sono anche contento di tornare a casa soprattutto perché in questi ultimi giorni il caldo è diventato veramente insopportabile.

È stata una bella esperienza, cominciata con qualche titubanza (almeno per me) perché completamente nuova e quest’incognita mi ha dato parecchie preoccupazioni durante i primi giorni. Poi ho acquisito più fiducia e tutto è andato per il meglio.

Grazie a Monica, Matteo, Anna e Matilde perché senza di loro non sarei sicuramente venuto in Cambogia a fare un’esperienza di questo genere.

Lorenzo Inselmini

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